Una prima eccezionale, Sesia meraviglia insuperabile!

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di LUIGI PARACCHINI

Dott. Grigioni Carlo, Zampirolo Franco, Biagi Alberto, Jucker Denny, Grigioni Mario.

Nei giorni 14 e 25 luglio canoisti del Canoa Club Milano: Biagi Alberto, Jucker Denny, Carlo e Mario Grigioni, Franco Zampirolo e Luigi Paracchini hanno disceso in prima assoluta il fiume Sesia dall'abitato di Piode spostando notevolmente quindi a monte il punto di partenza del tratto possibile ed aumentando di ben 14 Km. circa il percorso del così detto Sesia Superiore a monte di Varallo (Novara). Il tratto in questione da Piode a Balmuccia, in condizioni di portata media, può essere considerato complessivamente di 3°- 4° grado con qualche passaggio di 5° grado.
La discesa nell'insieme è molto bella, l'acqua pulita, il colloquio con il fiume indisturbato e sempre intenso, il tutto con la cornice austera e generosamente verde della Valsesia.
La partenza si effettua abbastanza comodamente subito a valle del ponte nel paese di Piode sulla sponda destra.
Imbarcati, si trasborda subito e decisamente verso l'altra sponda per superare una specie di scivolo naturale approfittando di una lingua a sinistra. Dopo un centinaio di metri, rapida impegnativa da superare tenendo a destra. Più avanti, grosso sasso a sperone nel mezzo del fiume con passaggio difficile leggermente a «esse» da imboccare a destra del sasso. Da questo punto fino all'abitato di Pila difficoltà di 3° grado.
Come appare un piccolo ponte pedonale ad arco, si presenta un difficile passaggio con grosso sasso nel mezzo. Con piccola e media portata, si passa a sinistra con manovra rapida e decisa, con forti portate il passaggio si semplifica notevolmente a destra diritto.
Si prosegue in rapide non difficili quasi fino a Scopello dove il fiume presenta tre rapide consecutive di crescente difficoltà. Nelle prime due si intravvede facilmente dal fiume il passaggio, mentre nella terza, subito prima del ponte stradale nel paese, due grossi sassi, di cui uno normalmente coperto dall'acqua, nel mezzo del fiume, rendono la rapida difficile e pericolosa.
Con livello d'acqua sufficiente si passa a destra diritto, con poca acqua si scende a sinistra e poi ci si sposta rapidamente a destra.
Il fiume procede con difficoltà relativamente minori finché dopo Scopetta appare un ponticello pedonale ad arco che segna l'inizio della gola lunga circa un chilometro.
Subito prima del ponticello il fiume si stringe vorticoso tra le rive rocciose e dopo una breve ma violentissima rapida precipita in un salto naturale assolutamente impossibile. Trasbordare sulla sinistra ed imbarcarsi sotto il ponticello.
La gola assume rapidamente un aspetto minaccioso ed insieme attraente concedendo con generosità emozioni e difficoltà.
Si incontrano dapprima un salto ed un passaggio molto difficile ma possibili, finora non superati (esplorare e ben valutare). Segue un altro salto più facile ma sempre impegnativo finché si sente il rombo di un salto spaventoso che si evita trasbordando sulla sinistra in quota elevata. Più sotto il fiume riprende il suo percorso alternando laghetti e salti tutti possibili finché un ultimo salto di notevole dislivello con passaggio da imboccare a destra, pone termine all'avventura. Più avanti si passa sotto un piccolo ponte e per un buon tratto le difficoltà sono piuttosto contenute finché si giunge ad una bella e spumeggiante rapida (della Salamandra) dopo una larga curva a destra presso la strada. Iniziare la rapida nel centro oppure sulla destra e percorrerla tenendosi rigorosamente a destra vicino ai cespugli.
Si lascia sulla sinistra l'abitato di Balmuccia e si arriva alla famosa rapida omonima non impossibile (almeno sembra) ma estremamente difficile e pericolosa. Il fiume sprofonda con un sordo ruggito sulla sinistra e normalmente i canoisti trasbordano con facilità a destra.
Il laghetto sottostante porta all'inizio del famoso tratto della gara di discesa libera ormai ben conosciuto ed abitualmente percorso."

Noi, abitudinari del Sesia, riconosciamo tutte le rapide, almeno quelle che nel corso di 45 anni non sono cambiate; è vero? Molte, anzi tutte, sono state superate grazie alle tecniche ed alle attrezzature.
Ma è grazie a Carlo ed agli impavidi pionieri dell'alto corso sopra elencati, che proprio non potevano discenderle con le loro canoe in vetroresina, che siamo arrivati sino a qui. Senz'altro hanno corso dei bei rischi ad avventurarsi in un tratto così ostico anche per le attuali canoe che abbassano di parecchio le difficoltà del fiume.

In copertina, per la precisione, si vede un giovane Alberto Biagi a torso nudo nella neve del Trebbia, e si vedono le linee e le dimensioni delle canoe con cui venivano scesi i terzi, i quarti e i quinti gradi... Provateci voi se ci riuscite! Avete capito la maestria di Carlo & C ?!!

Vittorio (Toio) Pongolini